31 - 07
2015
Dal libro “Nel segno della salute. Guida alla decifrazione dell’oroscopo in chiave medica“
L’unione fra Astrologia e Medicina può apparire, specie per chi non è addentro alla prima materia, come quelle creature fantastiche che popolano i miti o i racconti di fantascienza e che sono un assemblaggio di corpi di animali i più svariati, creature che sfidano il buon senso e le leggi della natura.
Ma se veramente fosse questo il risultato dell’unione fra astrologia e medicina non dovremmo addebitarlo al semplice e puro connubio tra le due materie ma al pressappochismo di tanti novelli Frankestein che montano a casaccio un pezzo di astrologia qui e un pezzo di medicina là.
Altrettanto certo è che per fare e dare un qualcosa di serio è necessario sfoltire, potare la pianta dell’Astrologia Medica lasciata crescere in maniera incolta. Ma cosa vuol dire dare qualcosa di serio? Sicuramente dare meno, abbassare il tono, ammettere che non è possibile dire quale malattia ti capiterà e peggio ancora di cosa morirai (nessuno, ripeto nessuno, sa questo, a meno che non abbia la barba bianca e un occhio dentro un triangolo!), poi ribadire che la malattia non è dovuta all’ira di qualche divinità, non scende dal cielo, non ne è lui la causa, così come un’analisi del sangue che evidenzia un’alterazione del tasso di bilirubina non può essere incolpata di essere responsabile dell’ittero accusato dal paziente. Di questo ne erano consapevoli anche gli antichi:
Non consiste unicamente nell’astrologia la via della previsione, giacché non è il solo movimento degli astri la causa delle alterazioni degli accidenti umani, ma altresì le abitudini, le leggi, i luoghi, l’educazione, la previdenza, la preghiera a Dio e la preveggenza del futuro. Allo stesso modo non soltanto nell’arte medica consiste la via della previsione delle alterazioni del corpo. Vi sono infatti alcune cause che suscitano in noi alterazioni e la cui natura è più grande di quella che è oggetto dell’arte medica. Sono queste le cause celesti, di cui il medico è ignaro, giacché anche nel moto degli astri vi sono date cause alterative (Stefano di Bisanzio, VIII secolo d.C., tratto da: Giuseppe Bezza, Arcana Mundi. Antologia del pensiero astrologico antico, vol. II, BUR, Milano 1995, p. 672).
Parole per certi versi ‘moderne’ specie quando esprimono il concetto che la malattia è il risultato di un insieme di fattori provenienti non tanto e non solo dal ‘cielo’ ma da uno stile errato di vita, dall’essere nati in una certa famiglia o dal fatto di essere nato in un luogo piuttosto che in un altro, così come da fattori educativi, sociali, ambientali, ecc. Certo è che parlare di Astrologia Medica non è facile, vista anche l’idea di forzatura che molti avvertono in un simile connubio.
Cercherò quindi di esporre il più chiaramente possibile il tema in questione, e vorrei farlo partendo da alcuni concetti-base che già ritroviamo nelle argomentazioni degli antichi astrologi egiziani (i primi a delineare ciò che noi oggi conosciamo come Astrologia Medica), primo fra tutti quello relativo al cosiddetto Uomo zodiacale che pur nella sua elementarità nasconde una logica e un indirizzo che saranno poi utili come base di partenza per chiunque voglia avvicinarsi al tema della medicina astrologica. In questo concetto-base, in pratica, ogni Segno dello Zodiaco trovava la sua ‘collocazione’ su parti anatomiche ben precise, iniziando dall’Ariete sulla testa per finire ai Pesci sui piedi:
ARIETE | Testa |
TORO | Gola |
GEMELLI | Spalle |
CANCRO | Petto |
LEONE | Cuore |
VERGINE | Addome inferiore |
BILANCIA | Regione lombare |
SCORPIONE | Genitali |
SAGITTARIO | Cosce |
CAPRICORNO | Ginocchia |
ACQUARIO | Polpacci e Caviglie |
PESCI | Piedi |
In altre parole era la messa in pratica del concetto di “simpatia cosmica”, dell’Uomo visto come microcosmo, cioè come corpus in cui si riflette la Natura e l’intera struttura dell’Universo.
Per inciso, storicamente parlando, questa era un’idea della Scuola Stoica, però non dobbiamo dimenticare che l’associazione fra gli astri, i segni del cielo e alcune parti del corpo umano, cioè la cosiddetta melotesia zodiacale (da mélos, arto, e thésis, porre, ovvero disporre gli arti secondo la logica zodiacale) già esisteva, seppur abbozzata, nella medicina magica babilonese. A essa si rifecero gli Egiziani, con il merito di averle dato un corpus più strutturato, dai quali poi trasse linfa la medicina ippocratica, medicina che si liberò sì di ogni concezione magico-religiosa ma che sicuramente fu debitrice di questo antico sapere.
Questo schema apparve per la prima volta nell’Astronomicon, il più antico trattato latino sull’astrologia, il cui autore, il romano Marco Manilio (I sec. a.C.), riprendeva concetti nati dalla cultura egiziana, in special modo di quella relativa al Nuovo Impero (dinastie XVIII-XXVI, circa 1580-525 a.C.).
E però non sempre questa melotesia zodiacale veniva fatta partire dal Segno dell’Ariete, cioè dalla testa: infatti alcuni autori antichi parteggiavano per il Segno del Cancro (facendola quindi partire dal petto), essendo esso, dicevano, l’oroscopo (cioè l’ascendente) del mondo, e comunque il Segno il cui titolare, la Luna, è signora della generazione; altri ancora iniziavano dalla Parte di Fortuna, detta oroscopo lunare, assegnando ad essa, in virtù della funzione lunare, il petto. Comunque fu poi il Segno dell’Ariete a essere messo a capo di questa corrispondenza fra Segni e organi, rappresentando esso appunto la testa come vediamo affermato dall’astrologo greco Retorio (VII secolo d.C.):
Se i dodici segni hanno una disposizione circolare, per quale motivo abbiamo posto l’inizio a partire dall’Ariete e non piuttosto dal Cancro, in quanto oroscopo del mondo, o dal Leone che è domicilio del Sole? […]. Rispondiamo che gli antichi, giacché hanno dato dei dodici segni una rappresentazione corporea in conformità alle parti del corpo umano, stabilirono l’inizio a partire dall’Ariete, dicendo che esso era la testa, il Toro il collo e così di seguito fino ai piedi. Stabilirono quindi l’inizio nell’Ariete, in quanto parte del corpo egemonica, significante il cervello e quanto appartiene alla testa […] (G. Bezza, op. cit., vol. I, p. 120).
È da queste semplici basi che si sono poi strutturate le argomentazioni degli antichi, dai mitici Nechepso e Petosiris fino al Corpus Hermeticum, quest’ultimo giunto a noi in diciassette trattati in lingua greca costruiti sotto forma di dialogo e fatti risalire al mitico Ermete Trismegisto ma che sicuramente venne redatto nei primi secoli dopo Cristo, tradotto poi quasi integralmente da Marsilio Ficino (1433-1499).
È certo comunque che per quanto ci riguarda la vera “bibbia” da cui poi abbiamo tratto le nostre nozioni di astrologia è e rimane la Tetrabiblos di Claudio Tolomeo (II sec. d.C.), visto e considerato che è lì che vengono sintetizzati i concetti astrologici conosciuti nell’antichità. Ed è proprio Tolomeo a darci utili indicazioni in merito alla iatromathematica, la scienza della medicina astrologica. Ecco alcuni interessanti stralci dalla Tetrabiblos che ci serviranno come introduzione al metodo e alle regole dell’astrologia medica; leggiamo attentamente:
[…] il pianeta malefico in transito su di un angolo […] provocherà malattie e affezioni croniche: il tipo delle quali sarà indicato dai luoghi dell’orizzonte, dai segni zodiacali, dalla natura dei pianeti malefici, dei pianeti afflitti […]. I segni zodiacali che comprendono la parte afflitta dell’orizzonte indicano la parte del corpo che verrà colpita […]. La natura dei pianeti regola i tipi e le cause degli effetti (Tetrabiblos, III, 13, p. 249).
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