03 - 08
2017
Da che mondo è mondo in ogni attività lavorativa ci sono quelli professionali, onesti e quelli un po’ meno professionali e un po’ meno onesti, e questo a maggior ragione se l’attività è una di quelle non riconosciute, che non passano al vaglio di un percorso di studi che qualifichino la professionalità di chi la esercita.
In queste rientra, purtroppo, l’astrologia. Sì, certo, in Italia esiste un percorso di studi astrologici messo in atto dal Centro Italiano Discipline Astrologiche, ma nella maggior parte dei casi, essendo l’astrologia una “materia libera”, ognuno può, anche dopo aver letto un solo libro astrologico, qualificarsi come astrologo, con tutti i danni che ne deriva al povero cliente e all’astrologia stessa. Certo, poi sarà lo stesso improvvisato astrologo che danno dopo danno alla fine si autoescluderà dal campo astrologico, ma intanto il vaso si è rotto.
Non crediate però che tutto questo sia un male solo dei tempi che viviamo: da sempre ci sono stati gli improvvisatori, i furbi e i disonesti.
Ne fa fede un libretto astrologico uscito nel 1622 di un frate e astrologo bolognese, Agostino Nani, dal titolo “Breve Trattato Astrologico Sopra l’Anno M.DC.XXII”.
Nell’introduzione Nani, che è un religioso, esorta i propri lettori a prendere le armi sante della virtù per combattere contro i nemici della Santa Fede, mentre lui cercherà di strappare l’astrologia dalle mani di chi la imbratta:
[…] io dall’altro canto attenderò a svegliare dal lungo sonno del silentio tanti nobilissimi spiriti, ed amatori della destituta Astrologia, facendo loro vedere, e toccare con mano l’infelice suo stato, onde perciò si muovano a levarla dal potere di molti huomini idioti, e plebei, ch’hoggidì si vogliono fregiare di così honorato nome, come è quello d’Astrologo […].
Che dire? Di acqua ne è passata sotto i ponti, ma l’infelice stato in cui si trovava l’astrologia ai tempi di Nani… chissà perché mi ricorda qualcosa. Mah!
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