21 - 12
2017
Fu nel 1618 che l’astronomo e gesuita ferrarese Giovan Battista Riccioli (1598-1671), pioniere negli studi sulla Luna, asserì che la Terra aveva un secondo satellite.
Si racconta infatti che durante le sue osservazioni al telescopio avesse scorto un piccolo punto scuro. Pensando che quell’oggetto fosse una seconda oscura luna le diede il nome di “Luna nera”: ne definì l’orbita ellittica, il passo giornaliero, che stimò in 3° circa, e ne pubblicò anche le Effemeridi per un ampio periodo di tempo.
Pare che poi si accorgesse che la “visione” era dovuta a un difetto nella lente del telescopio, così che anni dopo rettificò il tutto.
Sta di fatto che quella non era la prima volta che si parlava di un presunto secondo satellite terrestre: ad esempio gli Egiziani asserivano che la Luna aveva una sorella, da loro chiamata Nephtys, stesso nome della sorella di Iside, Osiride e Seth; oppure pensiamo al pianetino al-Kaid degli astrologi arabi, che compierebbe con moto retrogrado il giro dello zodiaco in circa 144 anni. Altri, nel tempo, si misero alla ricerca di questo corpo celeste ma nessuno vide nulla e tutta la questione se ne andò per secoli nel dimenticatoio.
Fino al 1846. In quell’anno, peraltro l’anno della scoperta di Nettuno, il direttore dell’osservatorio astronomico di Toulouse in Francia, Frederic Petit (1810-1865), affermò che la sera del 21 marzo era stato individuato, da tre astronomi francesi (Lebon e Dassier a Tolosa e Larivière a Artenac), un secondo satellite terrestre:
Ce corps fut aperçu, vers 6h 45m du soir, dans plusieurs points des départements de la Haute-Garonne et de l’Ariége ; mais les observations ont été faites à Artenac, dans les environs de Saverdun, par M. Larivière, et à Toulouse, par M. Lebon et par M. Dassier[1].
Ne calcolò anche le coordinate affermando che la distanza minima dalla Terra, quando venne avvistato, era di 11,458 km (!): «Distance minima du bolide à la terre: 11458m»[2].
Frederic Petit era ossessionato da questo pianetino e spese tutta la sua vita alla ricerca di questo fantomatico secondo satellite[3]; addirittura Petit e il “suo” bolide ebbero una citazione, che ne aumentò la popolarità, da Jules Verne nel suo romanzo “Dalla Terra alla Luna”.
Tutta la faccenda però finì lì: nessun astronomo in seguito individuò alcunché.
Furono invece gli astrologi inglesi che ripresero in mano la questione: nel 1918 l’astrologo, teosofo e occultista Walter Gorn Old (1864-1929), in arte Sepharial, assegnò un nome a questo ipotetico secondo satellite terrestre chiamandolo Lilith. Vennero stampate anche delle Effemeridi (passo giornaliero 3°) su calcoli fatti a suo tempo (1898) dell’astronomo tedesco Georg Waltemath.
Ma cosa successe? Successe che nel 1930 l’astrologo e occultista francese Pierre Rougié (1884-1953), in arte Dom Néroman, senza menzionare gli studi inglesi, attribuì lo stesso nome (quindi lo stesso simbolismo e mito) all’apogeo lunare, cioè al punto dell’orbita lunare più lontano dalla Terra: d’altronde il mito di Lilith (ipotetica prima moglie di Adamo, ancor prima di Eva) racconta che ella, non volendo sottostare ad Adamo, se ne fuggì da lui quindi da Dio; ora se la Terra è Adamo allora il punto più lontano che la Luna (donna) ha da essa sarà Lilith.
Ovviamente si generò, all’interno della comunità astrologica internazionale, della confusione: quando si parlava di Lilith si menzionava il secondo presunto satellite terrestre (quindi un corpo fisico seppur nero quindi invisibile) o un punto immateriale come l’apogeo lunare? Fu così che alcuni dissero che meglio sarebbe stato chiamare Luna Nera l’apogeo lunare e Lilith l’ipotetico pianetino. E però è difficile stilare Effemeridi esatte per l’apogeo lunare vista la complessità dell’orbita lunare. Fu così che alcuni, ad esempio l’astrologo francese Max Duval (1930-2000), dissero che meglio sarebbe stato prendere non l’apogeo lunare ma il secondo fuoco vuoto dell’orbita lunare e dare ad esso il nome di Luna Nera.
Ma cos’è il secondo fuoco dell’orbita lunare?
L’orbita che la Luna ha intorno alla Terra non è un cerchio perfetto ma un’ellisse, cioè un cerchio un po’ schiacciato. Osserviamo la figura qui a destra: abbiamo un cerchio con il suo centro A; cos’è il centro di un cerchio? Non è altro che quel punto che è equidistante da qualsiasi punto della circonferenza; nella figura, se parto da A e arrivo a un punto qualsiasi delle circonferenza (B) e da lì ritorno ad A, il tragitto che ho fatto è uguale al diametro CD (r x 2 = CD).
In un’ellisse (figura qui a sinistra), che è un cerchio un po’ schiacciato, il centro “si sdoppia” venendosi così a creare due centri; cosa sono i due centri di un’ellisse? Sono quei due punti per cui la lunghezza di una linea che parte da uno di essi (A) e arriva a un punto qualsiasi dell’ellisse (B) e da lì ritorna all’altro punto (A’) è uguale all’asse maggiore dell’ellisse CD (r1 + r2 = CD). Questi due punti, questi due centri (A e A’), prendono il nome di “fuochi”.
Anche l’orbita lunare, essendo un’ellisse, ha due fuochi, e uno è occupato dalla Terra mentre l’altro è vuoto: è questo secondo fuoco vuoto a cui noi oggi diamo il nome di Luna Nera[4].
Anche per essa, come accade per i nodi della Luna, viene data sulle Effemeridi la posizione “vera” e quella “media”: nel suo calcolo medio la Luna Nera ha un moto diretto uniforme, mentre nel suo calcolo vero ha moto ora diretto ora retrogrado; da considerare poi che fra la posizione media e quella vera può anche esservi uno scarto di trenta gradi: l’uso dell’una piuttosto che dell’altra dipende dalle varie esperienze che il singolo astrologo ha fatto su questo elemento zodiacale.
A tutt’oggi il pianetino Lilith è stato messo in disparte e questa Luna Nera ha preso su di sé tutto l’armamentario mitologico e psicologico che a Lilith si legava (e molti ancora chiamano Lilith la Luna Nera).
Molti, vari e spesso contrastanti i risultati degli studi astrologici fatti su questa Luna Nera: chi la vede come un elemento legato alla sessualità sfrenata e all’istintualità umana; chi la vede come una mancanza che è stata patita sia a livello individuale che nel più ampio contesto dell’umanità; chi come un indicatore karmico di nefandezze patite o agite; chi come un elemento legato a frustrazioni, incompletezza, castrazione; ecc.
Difficile incasellare con attributi fissi e statici un elemento che, anche astronomicamente, non è che sia facile da determinare.
Possiamo comunque vedere la Luna Nera, in un Tema astrale, come un elemento che ha a che fare con una certa scontentezza dei risultati raggiunti, con rimpianti, con paure, ma anche (e per questo) col desiderio di sfondare, di essere il migliore e tutto questo vissuto e sentito nella Casa in cui si trova la Luna Nera nel Tema natale.
In pratica nel luogo (Casa) in cui abbiamo la Luna Nera noi viviamo una non completa gratificazione, come se ci mancasse qualcosa per essere completamente soddisfatti; mancanza che però, spesso, ha motivazioni soggettive, cioè a volte il senso di incompletezza/scontentezza/insoddisfazione che avvertiamo può non essere suffragato da ragioni oggettive.
[1] F. PETIT, “Sur le bolide du 21 mars 1846, et sur les conséquences qui semblerait devoir résulter de son appariton“, p. 704, in «Compte Rendu de l’Académie des Sciences», t. XXIII, séance du 12 octobre 1846, pp. 704-709.⇑
[2] F. PETIT, ivi, p. 705.⇑
[3] Frederic Petit, nel suo Tema natale, ha il Sole congiunto alla Luna Nera!⇑
[4] Anche l’orbita della Terra intorno al Sole è un’ellisse, quindi anche lì ci sono due “fuochi”: uno è occupato dal Sole, l’altro, quello vuoto, viene chiamato “Sole Nero” e attualmente si trova circa a 13° Cancro (ha uno spostamento di 1° 43’ al secolo).⇑
Foto: The Temptation of Eve, di John Raddam (public domain).
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