26 - 04
2018
Oggi, 540 anni fa, il 26 aprile 1478[1], giorno di Pasqua, si consumava a Firenze quella che è passata alla storia come la “Congiura dei Pazzi”, cioè il complotto ordito dalla ricca e potente famiglia fiorentina dei Pazzi, banchieri del Papa, per uccidere Lorenzo il Magnifico e suo fratello Giuliano de’ Medici, signori di Firenze.
La congiura ebbe l’appoggio di varie personalità fra le quali papa Sisto IV, suo nipote il conte Girolamo Riario, il vescovo di Pisa Francesco Salviati, il re di Napoli Ferdinando d’Aragona, il duca di Urbino Federico da Montefeltro. I “prescelti” per assassinare i due fratelli furono il monaco Stefano da Bagnone, segretario di Jacopo de’ Pazzi, e Antonio Maffei da Volterra, notaio papale, che dovevano uccidere Lorenzo, mentre Francesco de’ Pazzi e Bernardo Bandini Baroncelli dovevano occuparsi di Giuliano.
Alla base di tutto stavano invidie, vecchi rancori, lotte di potere. Ognuno dei congiurati aveva i suoi motivi per avercela coi Medici: il Papa perché voleva impadronirsi dei territori retti dai fiorentini e perché voleva lavare l’affronto che Lorenzo gli aveva fatto a suo tempo quando questi non gli concesse un prestito per l’acquisto della città di Imola dagli Sforza di Milano, acquisto poi avvenuto per altre vie; Girolamo Riario perché era lui che doveva diventare signore di Imola; i Pazzi perché boicottati dai Medici che temendone il prestigio e con il timore che questi potessero usurparne il potere sulla città li avevano sempre esclusi da importanti cariche cittadine; Francesco Salviati perché Lorenzo gli aveva preferito Rinaldo Orsini come arcivescovo di Firenze; tutti gli altri perché vedevano i Medici come tiranni e usurpatori. Come diceva un noto politico moderno, “il potere logora chi non ce l’ha”.
Il giorno scelto fu domenica 26 aprile, giorno di Pasqua. Il luogo nientemeno che la Cattedrale di Firenze. Il momento la Messa pasquale. L’attacco doveva avvenire quando il sacerdote avrebbe alzato l’Ostia consacrata e tutti sarebbero stati con il capo chino quindi in posizione indifesa.
Al momento convenuto i sicari si avventarono sui due fratelli: Giuliano cadde subito sotto i colpi di Francesco de’ Pazzi e Bernardo Baroncelli mentre Lorenzo, pur ferito, riuscì a sguainare la spada e a difendersi, divincolandosi e scappando verso la sagrestia aiutato da Angelo Poliziano e da Francesco Nori il quale, mettendosi tra Lorenzo e il pugnale di Bernardo Baroncelli, ricevette il fendente mortale indirizzato al Magnifico.
Altri congiurati intanto si erano diretti verso il palazzo della Signoria incitando i cittadini a ribellarsi ai Medici ma furono attaccati dalla folla che si fece loro contro: il mancato appoggio popolare e soprattutto la salvezza di Lorenzo fecero abortire l’attacco al potere mediceo. Sul campo rimase solo il corpo esanime di Giuliano.
Feroce ovviamente la risposta di Lorenzo. I congiurati vennero impiccati, come il vescovo Salviati e Francesco de’ Pazzi, altri decapitati. Bernardo Baroncelli fuggì a Costantinopoli ma venne fatto arrestare da Maometto II e consegnato a Lorenzo che in data 29 dicembre 1479 lo fece impiccare: il corpo rimase a penzolare per giorni appeso agli archi del loggiato del cortile interno del Bargello, così come vediamo da un disegno di Leonardo da Vinci che era presente alla scena. Altri superstiti della famiglia Pazzi furono arrestati e rinchiusi nella fortezza di Volterra; tutti i loro beni vennero confiscati e il loro nome cancellato da tutti i documenti ufficiali.
Qui sotto il Tema del momento della congiura: l’ora è supposta.
La Luna, signora della XII Casa/nemici nascosti si trova in VII Casa/nemici palesi e opposta a Saturno. Marte è in III Casa/fratelli opposto a Mercurio/fratelli. Se l’ora fosse questa la Parte dei Nemici cadrebbe a 16° Capricorno in quadratura a Marte e a Mercurio.
[1] Calendario giuliano. Corrisponderebbe quindi al nostro 5 maggio.⇑
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