28 - 10
2018
335 anni fa, il 28 ottobre 1683, moriva a Brescia il medico, astronomo, fisiognomonista, poeta e astrologo Pellegrino Capitanio. Era nato a Brescia il 18 febbraio 1635 e, stando alle sue parole, probabilmente intorno alle ore 11 del mattino visto che in un suo pronostico dice di essere nato con Mercurio al Medio Cielo: se così fosse avrebbe un Ascendente in Gemelli.
Si laureò in Filosofia e Medicina nello Studio di Padova nel 1665. Ampliò e strutturò meglio la sua professione prestando servizio negli ospedali di Roma e Napoli. Rientrato a Brescia si adoperò per la cura dei suoi malati supportando le sue diagnosi anche con l’aiuto dell’astrologia, come ci informa il medico bresciano Giovanni Gandino (1645-1720) nel suo “Alveario Cronologico”:
[…] gia conscio quanto al medico sia nesesaria anco la stronomia, de l un e l’altra ne continuò con sedulità sempre più magiore a profito degli Infermi e coriosità del mondo gli studij; cosi che come nel pasatto haveva dati alla Luce molti Libri per le Predizioni de tempi; delle Infermità et intorno al Politico cosi ne continuò con magior aplicazione lo scriverne nelle corenti delli Anni seguenti col solito titolo di gieroglifici astronomici con l’ornamento sempre più acresiuto e d’erudizioni e sentenze, come delle osservazioni al dare medicamenti ed alla Flebotomia pertinenti; nel che fù cosi verace che si rese appò del mondo molto singulare e notabile (pp. 372-373).
Si produsse anche in previsioni e in consulti elettivi, come quando stese la figura per il giorno e l’ora migliori per l’elezione di papa Clemente X (Emilio Bonaventura Altieri) dando consiglio affinché si facesse in quel preciso momento, cosa che fu fatta come ci informa il cardinale Pietro Vito Ottoboni, già vescovo di Brescia, presente al conclave e che così riferisce all’abate Mazzolo della chiesa di San Lorenzo in Brescia: «per far servizio {al Dottor Pellegrino Capitanio} {habbiamo} fatto il Papa nel giorno dal {medemo} Pronosticato»[1]. Si dice che predisse il Pontificato anche al suddetto cardinale Ottoboni, che divenne effettivamente Papa nel 1689 col nome di Alessandro VIII.
Si sposò con Margherita Bruni, di soli quattordici anni, il 15 novembre 1671, giorno da lui scelto astrologicamente.
Capitanio fu autore di alcuni pronostici di astrologia naturale (probabilmente iniziati nel 1664), tutti con lo stesso titolo di I Geroglifici Astronomici…, ad esempio: “I Geroglifici Astronomici Per l’anno 1666. Massime i due più Maiuscoli La Cometa Ultimamente comparsa, e la grand’Ecclisse del Sole, Prossimamente futura. Con alcuni altri utili avisi per la Medicina, ed Agricoltura”[2], stampato a Brescia nel 1665 per i tipi di Gianmaria Rizzardi e dedicato al patrizio veneto Paolo Emilio Martinengo signore di Urago, Orzinuovi e Roccafranca.
L’opera, scritta peraltro con stile poetico e lingua ricercata, inizia con la consueta presentazione del lavoro Al Candido Lettore, premessa volta soprattutto a rimarcare la difficoltà di una chiara previsione auspicando in tal senso la pubblica benevolenza:
[…] confido perciò loro, che conoscono, e sanno, quali à predire il futuro, difficoltadi s’incontrino, compatiranno questo poco inchiostro sudato dalla mano giovenile d’un Principiante à comparire vergato sopra i fogli […]; e pur anche consideraranno, che le attioni humani dipendono principalissimamente per necessità assoluta dalla volontà del libero Arbitrio, e dalle Stelle solo dispositivamente per inclinatione della Concupiscibile, & alteratione dell’Irascibile (pp. 7-8).
Passa poi a trattare dell’eclisse ibrida solare del 2 luglio 1666[3]. Capitanio pone l’Ascendente del Tema dell’eclisse a 28° 25’ Leone, calcolo giusto visto che l’Ascendente (orizzonte di Brescia) cadeva a 27° 08’ Leone. Va poi a spiegare gli influssi del deliquio, non prima di aver dato le coordinate temporali del fenomeno:
Adunque […] la mattina delli 2. di Luglio giorno di Venerdì. Dedicato alla visitatione della Madonna Santissima à S. Elisabetta à hore 10 e mezza, ò poco più de nostri communi horologgi Italiani di torre, e di Campana s’incominciara ad osservarsi in Italia mancare il Sole […] (p. 71).
Siccome poi l’eclisse è sotto il dominio di Giove, pianeta che però è in una posizione non buona essendo in Ottava Casa, nell’ultimo termine del suo Segno (i Pesci) e prossimo all’opposizione con Marte:
[…] nasceranno febri Sinoche, e petecchiose, emorargie, e flussi di sangue, Varole, morbilli, ò Rosolie, doglie laterali, ed altre infiammationi, insomma mali originati da abondanza, corottela, ed icorosità di Sangue per il dominio di Giove (p. 74).
Il pronostico continua con la trattazione dei vari eventi stagione per stagione con le rispettive lunazioni e i giorni buoni per, ad esempio, tagliarsi i capelli o prendere medicine. Alla fine Capitanio si scusa perché non avendo potuto partecipare di persona alla stampa del libro «per altri impieghi sopravenuti», ciò ha causato degli errori, ad esempio: «Nel Discorso dell’Ecclisse si è tralasciato ad avertire, che gl’influssi duraranno incirca anni due, e mezzo».
Capitanio continuò nei suoi pronostici fino al 1681, almeno stando a quanto trovato nelle biblioteche dove abbiamo: “I geroglifici astronomici per l’anno MDCLXXXI. Interpretati dal Dott. Pellegrino Capitanio […]”[4], stampato a Brescia nel 1681 per i tipi di Gianmaria Rizzardi e dedicato al militare Francesco Mocenigo (1631-1696)[5].
Maggiori info nel mio libro “Astrologia Italica“, Firenze 2016.
[1] G. GANDINO, op. cit., p. 373.⇑
[2] L’opera è presente nella Biblioteca Carlo Viganò di Brescia (collocazione: FA 6 B 520) ed è stata consultata nella riproduzione digitalizzata della Biblioteca Digitale Museo Galileo di Firenze.⇑
[3] Per eclisse ibrida solare (ne abbiamo avuta una il 3 novembre 2013, ne avremo un’altra il 20 aprile 2023) si intende un’eclisse che secondo il luogo di osservazione appare sia totale sia anulare e avviene a causa della quasi perfetta uguaglianza prospettica dei diametri del Sole e della Luna, così che il Sole viene coperto totalmente dalla Luna quando c’è la minima distanza Terra-Luna, ma parzialmente (anulare) quando questa distanza aumenta, ovvero all’inizio e alla fine del fenomeno.⇑
[4] L’opera è presente nella Biblioteca Comunale Planettiana di Jesi (collocazione: PLAN alfa II 020).⇑
[5] Le notizie su Pellegrino Capitanio, le citazioni presenti e le frasi virgolettate, dove non altrimenti specificato, sono tratte da: G. GANDINO, op. cit., pp. 372-376, il cui manoscritto è di proprietà della famiglia del prof. Pietro Gandaglia di Quinzano d’Oglio e che è stato letto nella sua riproduzione digitalizzata in: http://www.gafo-quinzano.it. Ringrazio il responsabile del sito del GAFO (Gruppo Archeologico Fiume Oglio) di Quinzano, prof. Tommaso Casanova, per la gentile collaborazione.⇑
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