Elia Del Re, 1654-1733

Elia Del Re, 1654-1733
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285 anni fa, il 10 ottobre 1733, moriva a Ottaviano (Napoli) il frate carmelitano, matematico, architetto e astrologo Elia Del Re.

Era nato a Bari nel 1654. Entrò nel convento carmelitano di Bari il 15 novembre 1670, per poi dieci anni dopo diventarne Sottopriore. Fu poi eletto Priore del convento di Ottaviano diventandone figlio il 13 dicembre 1702.

Dai suoi testi si ricava che fu “Matematico Primario della Maestà Cattolica la regina Elisabetta Cristina e Accademico Francofortano”. Fece altresì parte dell’Accademia degli Spensierati di Rossano in Calabria.
«Fu egli eccellente Matematico, e nell’Astronomia e Astrologia molto perito»[1]. Si nominava “Astrologo Reale di Bari” e “Parmena, l’aratore de’ cieli”, anagramma di “P. Elia Del Re Carmelitano”[2].

In ambito matematico scrisse “Aritmetica, E Geometria Prattica Composta Dal P. Elia Del Re’ Carmelitano della Città di Bari…[3], stampata a Napoli nel 1697 e dedicata dallo stampatore Carlo Trojsi (peraltro tipografo ufficiale dell’Accademia degli Spensierati) al duca Marcello Mastrilli; così Trojsi presenta Del Re:

[…] con questa ardisco di presentarle nelle mie stampe la fatiga d’un Virtuoso sì celebre per lo Mondo, che hà recato con tanti suoi studij Matematici onore alla Patria, e nuove prerogative alla mai à bastanza lodevole Religione Carmelitana. Porta egli il nome d’Elia […] come quel zelante Profeta si è innalzato sovra il carro infocato del suo attivo ingegno alle Sfere; e come un’altro Eliseo disdegnando la Terra si è fatto ARATORE DE’ CIELI. I suoi Astrologici Vaticinij publicati à gli sguardi de’ Curiosi, hanno avuto anche del Profetico, perche vestito di quel manto, che da tanti Profeti è stato tramandato à suoi Padri (p. III).

L’opera, il cui titolo non le rende giustizia, è una monumentale e particolareggiata esposizione di tutto quanto c’è da sapere non solo in matematica e geometria ma anche nel cambio, nella mercatura, nella contabilità, nell’agrimensura, nell’architettura, spiegando altresì regole e leggi per esempio sull’edificazione di case, cantine, granai, stalle, come e dove devono essere costruite e con quale tipo di materiali.

In ambito astrologico scrisse molti pronostici, quasi tutti col titolo di Discorso Astrologico…, per esempio “Discorso Astrologico Per L’Anno Bisestile M.DC.LXXXIV. Dell’Astrologo Reale di Bari, Cioè Del Parmena L’Aratore De’ Cieli[4], stampato a Napoli nel 1684 per i tipi di Giovan Francesco Paci e dedicato, da «Bari li 20. Decembre 1683», a Paolo IV di Sangro, principe di San Severo; la dedica è a firma del nipote, Onofrio Troiano.
Così Del Re presenta l’inizio dell’anno astrologico 1684:

Il Padre de’ Tempi [cioè il Sole, N.d.A.] giunto sarà il di 19. dell’augente Marzo nel primo punto del celeste Lanigero, ch’apportarà in quel punto anco l’introito dell’Anno Astronomico 1684. su’l momento, che i Professori delle Stelle osservono le hore 3. minuti 7. dal meriggio, che sono l’istesse del tocco dell’hore 21. minuti 7 delli communi nostri Oriuoli, al qual momento havendo con ogni fedeltà rationalmente eretta la celeste figura sopra l’elevatione di gradi 41. della mia nobilissima Città di Bari, ne segue, aggiustato però al calcolo del gran restauratore della Astronomica facoltà Licone [sic] Brahe Danese, la seguente delineatione di Cielo; si lascia vedere nella vaga linea del nostro Finitore Orizontale [cioè l’Ascendente, N.d.A.] gradi 25. minuti 47. di Lione, casa del Sole, e sua propria triplicità, e nel mezo Cielo gradi 19. minuti 14. del Toro, casa di Venere, esaltatione della Luna, e mutuo termine di Giove […] (p. 9).

Come vediamo Del Re pone l’equinozio vernale circa alle ore 15.14 locali con in effetti l’Ascendente a 25° Leone, ma il momento esatto fu alle 18.40 con un Ascendente a 06° Bilancia: l’errore per l’epoca è normale data la difficoltà di calcolare esattamente il passaggio del Sole all’equatore celeste.
Oltre al Tema dell’equinozio erige anche il Tema della Luna Nuova a questo precedente e il Tema della successiva Luna Piena. Con questi va a delineare le previsioni per l’anno, stagione per stagione, mese per mese.
L’opera termina con la solita chiusura di “sottomissione”, quasi obbligata, ai dogmi della Chiesa:

Protestandomi di non haver scritto cosa alcuna in questo discorso, che possa in modo alcuno contrariare a i Sacri dogmi della Santa Romana Chiesa, della quale mi confesso ben si indegno, ma obediente figlio (p. 94).

Nonostante ciò, e per via di questi suoi pronostici, ebbe anche dei guai: nel “Discorso Astrologico” per l’anno 1700 pronosticò «la morte di un gran Principe come quella di un gran Vecchione»[5], e in quell’anno morirono, a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro, Carlo II re di Spagna e papa Innocenzo XII (Antonio Pignatelli); tale fu lo sbigottimento che subito venne denunciato, arrestato e posto sotto processo, reo di “astrologia giudiziaria” avendo trasgredito alle Bolle pontificie di Sisto V (la Coeli et terrae Creator del 1586) e di Urbano VIII (la Inscrutabilis del 1631) che mettevano al bando ogni arte o disciplina divinatoria condannando l’astrologia come superstizione; comparso davanti al Tribunale, si dice seppe così mirabilmente giustificare i suoi pronostici che venne assolto e rimandato a casa, pur con il divieto di pubblicare in futuro cose del genere; la reprimenda non deve averlo spaventato più di tanto se abbiamo, di lui, “Le quattro staggioni dell’anno 1711. Overo Compendio del Vaticinio delle Stelle del P. Elia Del Re da Bari Carmelitano”, stampato a Francoforte e Venezia nel 1711[6].

Non vide invece mai la luce un’opera, da lui spesso annunciata e mai portata a termine, dal titolo “Astrologia Italica”, che nelle sue intenzioni doveva rappresentare la summa delle sue conoscenze.


Maggiori info nel mio libro “Astrologia Italica”, Pagnini, Firenze 2016 (il titolo è un omaggio a questo autore dimenticato).


Foto da: https://www.cardiff.ac.uk


[1] MARIANO VENTIMIGLIA, Degli Uomini Illustri del regal Convento Del Carmine Maggiore di Napoli. Libri IV, Per Luca Lorenzi, Napoli 1756, p. 210.
[2] Parmena era il nome di uno dei sette diaconi che gli Apostoli elessero per poter essere coadiuvati nel loro ministero. Il nome significa “persistente”, col che presumiamo che con tale pseudonimo volesse indicare che con insistenza percorreva i cieli, cioè li studiava e li rivoltava alla scoperta di cose nascoste così come l’aratro rivolta il terreno.
[3] Titolo dell’opera: Aritmetica, E Geometria Prattica Composta Dal P. Elia Del Re’ Carmelitano della Città di Bari, Matematico Primario della Maestà Cattolica, Parte Prima, Nella quale S’insegnano distintamente tutte quelle Regole, Proposizioni, e Quesiti, che si sogliono fare così dagli Antichi, come Moderni Aritmetici, ridotti alla maggior chiarezza possibile con tutte le più necessarie Operazioni distese, e con la giunta della Falsa Posizione Doppia Triplata, con molte altre curiosità, e modi d’operare a’ Curiosi dilettevoli. Opera non men’utile, che necessaria agli Studiosi di essa, à Razionali, Cancellieri, Mercanti, Negozianti, Cascieri, Banchieri, Procuratori, Agenti, Fattori, &c., In Napoli, Nella Stamparia di Carlo Troyse, e Giovan-Domenico Pietroboni 1697. A spese di Carlo Troyse. L’opera è divisa in due parti, la seconda avendo semplicemente come titolo: Aritmetica, e Geometria prattica composta dal P. Elia Del Re’ Carmelitano della Città di Bari. Parte Seconda. L’opera è presente nella Biblioteca della University of Michigan – Mirlyn Catalog (collocazione: QA35 .R28) ed è stata consultata nella riproduzione digitalizzata. Un’edizione riveduta e ampliata uscì sempre a Napoli nel 1733, poco dopo la sua morte, a cura di Nicolò Migliaccio.
[4] L’opera è presente nella Biblioteca Nazionale Centrale di Roma (collocazione: 12.25.C.18) ed è stata consultata nella riproduzione digitalizzata.
[5] M. VENTIMIGLIA, ibidem.
[6] L’opera è presente nella Biblioteca Nazionale Sagarriga Visconti Volpi di Bari (collocazione: MAG 64 A 0048).

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