04 - 09
2017
Oggi, 305 anni fa, il 4 settembre 1712, moriva il frate e astrologo Francesco Moneti.
Era nato a Cortona ai primi di ottobre del 1635 da Serafino e Angiola Infregliati; venne battezzato l’8 di ottobre nella cattedrale cittadina con il nome di Antonio[1].
Nel 1651 vestì l’abito dei Frati Minori Conventuali, prendendo il nome di Francesco, e fu novizio a Siena. Teologo, astronomo e astrologo, si interessò di gnomonica e costruì molti orologi solari, riuscendo poi a convincere i suoi confratelli a realizzare anche un piccolo osservatorio nel piano alto del convento.
Ma era anche e soprattutto poeta dal linguaggio satirico e piccante, spregiudicato e irriverente, la qual cosa gli procurò non pochi guai con i potenti, come quando nel 1669 scrisse (o almeno si crede sia suo) il componimento poetico-satirico “Il Mustafà” (o “Colascione”), scritto in occasione della sede vacante apostolica dopo la morte (9 dicembre 1669) di papa Clemente IX (Giulio Rospigliosi) e in cui prendeva pesantemente in giro alcuni cardinali partecipanti al conclave, ciò che gli valse il carcere in Castel Sant’Angelo fino al 1671. L’anno dopo si ritrovò nuovamente in carcere per aver preso in giro un alto prelato della sua città; ne uscirà nel 1677.
Scrisse alcuni Discorsi satirici con titoli sempre scherzosi, per esempio “Il Mondo Gabbia de’ Matti”, che firmò con lo pseudonimo di Messer Ignoranzio Grillingucca da Monte Asinaio[2].
Dai più è conosciuto però per un poemetto di satira feroce nei confronti dei Gesuiti, cioè “La Cortona convertita” (1677), opera in sei canti ove appare anche la parola da lui coniata “precipitevolissimevolmente”:
Come gonfio pallon che spesso balza / Quando è caduto, e vien gettato al piano, / O che talor verso le stelle incalza / Di esperto giocator possente mano, / E da tal forza spinto assai s’inalza / Verso del cielo, ed il fermarsi è vano, / Perché alla terra alfin torna repente / Precipitevolissimevolmente (Canto terzo, LXV).
L’opera circolò manoscritta per molto tempo; la prima edizione a stampa si ebbe a Parigi (in realtà Firenze) nel 1759 a cura probabilmente dell’editore e storico fiorentino Domenico Maria Manni (1690-1788).
Per trent’anni (dal 1682 fino alla morte) pubblicò degli almanacchi astrologici quasi tutti col titolo di Apocatastasi Celeste…, dove oltre ai pronostici astrologici vi erano componimenti poetici scherzosi e ironici nei confronti di un po’ tutti, dai suoi confratelli alla stessa astrologia.
Abbiamo anche, firmato questa volta con lo pseudonimo di Messer Asino Capodibue, le “Osservazioni Castronomiche Sopra L’Anno 1681”, titolo che ben dimostra l’arguta irriverenza e il piglio scherzoso con i quali s’approcciava alla vita[3].
Di Moneti si racconta che non prendesse mai cavallo né carrozza per spostarsi, sia che il viaggio fosse breve o lungo, ma sempre andando a piedi, e questo perché aveva visto dal proprio Tema natale che sarebbe morto cadendo.
Morì infatti nel convento di Assisi il 4 settembre 1712 cadendo dalle scale, anche se alcuni sospettarono fosse stato spinto magari da qualche frate che non aveva preso bene qualche suo scherzo o presa in giro.
Nella “Vacchetta delle Messe per i Frati Defunti 1700-1763, f. 8” nell’archivio del convento di San Francesco in Cortona si legge:
A dì 9 (settembre 1712) si cantò la messa per l’Anima del Padre Bacc. Francesco Moneti figlio di questo nostro Convento di S. Francesco di Cortona, homo dotto in Astrologia, Matematica. Morto nel nostro Sacro Convento di Assisi il dì quattro del presente mese d’età d’Anni settanta sette. Cuius Anima[4].
[1] Non sappiamo il giorno natale, ma se fosse stato l’8 o anche un giorno o due prima, sarebbe nato con Mercurio congiunto a Urano e con una congiunzione al grado fra Marte e Giove a fine Leone.⇑
[2] DOMENICO MARIA MANNI, “Le veglie piacevoli, ovvero notizie de’ più bizzarri e giocondi uomini toscani”, tomo primo, seconda edizione fiorentina con annotazioni e aggiunte, Gaspero Ricci da S. Trinita, Firenze 1815.⇑
[3] D. M. MANNI, op. cit.⇑
[4] ISIDORO GATTI, “Il P. Vincenzo Coronelli dei Frati Conventuali Minori negli anni del Generalato (1701-1707), parte prima”, Pontificia Universitas Gregoriana, collana Miscellanea Historiae Pontificiae n. 41, Università Gregoriana Editrice, Roma 1976, p. 396, nota 46.⇑
Foto da: www.sanfrancescoassisi.org/it
Leave A Reply