12 - 09
2016
Il separatore decimale
Nel 1585 apparve un’opera dal titolo: “De Thiende” (Il Decimo) del matematico e patriota fiammingo Simon Stevin (1540-1620). In quel libro, per la prima volta in Europa, comparve una sistematizzazione del modo di usare e scrivere le frazioni decimali utilizzando un separatore per la parte intera.
La notazione che propose Stevin era però piuttosto complessa: ad esempio la cifra 14 e 35/100 veniva da lui scritta 14(int) 3(dec) 5(cent), o anche 14(0) 3(1) 5(2). Noi oggi (in Italia) scriviamo 14,35.
Nel 1592 si arrivò a una semplificazione grazie all’astronomo, matematico e orologiaio svizzero Joost Bürgi (1552-1632).
Questi utilizzò il segno ° per indicare le cifre delle unità. Così, ad esempio, il nostro 14,35 si scriveva 14°35 oppure 1435 con il pallino messo sotto al numero 4.
Un’ulteriore semplificazione avvenne, sempre nel 1592, a opera dell’astronomo, cartografo e astrologo padovano Giovanni Antonio Magini (1555-1617) che nella sua “Tabula Tetragonica”, inserita nell’opera “De Planis Triangulis Liber Unicus” (Venezia 1592), perfezionò la notazione introdotta da Bürgi sostituendo il pallino con una virgola, metodo usato oggi in Italia.
Alcuni storici fanno notare invece che Magini introdusse non la virgola ma il punto come separatore fra unità e decimali, sistema utilizzato a tutt’oggi nei paesi anglosassoni, mentre la virgola venne introdotta nel 1608 dal matematico, astronomo e fisico olandese Willebrord Snel van Royen (1580-1626).
Osservando le pagine del “De Planis Triangulis” vediamo sia punti sia virgole. Credo in ogni modo che si debba lasciare a Magini la primogenitura dell’inserimento della virgola come notazione decimale.
Giovanni Antonio Magini era nato a Padova il 14 giugno 1555 (calendario giuliano, corrispondente al nostro 24 giugno) alle ore 18.58 ovvero, come lui dice: «ad hore 23.14’, secondo l’horriuolo commune, che numera l’hore dal tramontare del Sole, che viene ad essere all’hore sei min. 57’.8”. doppo mezo giorno»[1]; il Sole era a 02° 06’ Cancro, la Luna a 08° 20’ Toro, l’Ascendente a 21° 27’ Sagittario. Nel suo Tema possiamo vedere Mercurio in Gemelli in sestile a Saturno in Terza Casa, il Sole in trigono a Plutone, la congiunzione Giove/Urano in Decima Casa.
Nel 1588 Magini venne preferito a Galileo Galilei nell’occupare la cattedra pomeridiana di Matematica presso lo Studio di Bologna resasi vacante per la morte di Egnazio Danti, cattedra che tenne a vita.
Pare comunque che gli studenti non fossero poi tanto contenti dei suoi insegnamenti, almeno stando ai giudizi di alcuni suoi colleghi: «…non sa dimostrar niente, et che quando replica qualche cosa, dice che sempre dice le medesime parole, et quelle apunto che sono in Euclide, sì che non ne restano [gli studenti] satisfatti»[2]. Parole e giudizi dettati molto probabilmente dall’invidia.
[1] G.A. MAGINI, Tavole del Primo Mobile…, Venezia 1606, p. 48, Canone Vigesimoterzo ⇑.
[2] Dalla lettera di Guidobaldo Del Monte a Galileo Galilei in Pisa scritta da Monte Baroccio il 10 aprile 1590, in: ANTONIO FAVARO (a cura di), Le Opere di Galileo Galilei. Edizione nazionale sotto gli auspici di Sua Maestà il Re d’Italia, Volume X, Carteggio anno 1574-1610, n. 30, pp. 42-43, Tipografia Barbèra, Firenze 1890-1909 ⇑.
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