31 - 07
2015
Il sistema interpretativo qui presentato permette, con un semplice calcolo aritmetico, di ricavare dei punti sensibili all’interno di un Tema astrale utili all’interpretazione. Questi punti prendono il nome di PARTI ARABE, anticamente chiamate anche SORTI. Storicamente parlando, questa delle Parti Arabe, a dispetto del nome, è una dottrina che affonda le proprie radici in tempi molto antichi, pare addirittura in un terreno egizio-babilonese, e comunque segue quella che è stata l’introduzione dell’Ascendente, generalmente ascritta all’Egitto ellenistico quindi al IV secolo a.C.
Un sistema che potremmo definire “divinatorio”, così come lo era il lancio delle sorti a cui esso si rifaceva, dove dei piccoli sassi venivano gettati e dalla loro gittata si estraevano responsi, metodo, quest’ultimo, che noi oggi possiamo anche vedere come un gioco ma che era tenuto in alta considerazione nell’antichità e che per molto tempo è stato appannaggio della classe sacerdotale, e comunque usato solo in particolari e sacri momenti. Si diceva infatti che la “sorte” è addirittura un dio, che è il giudizio di Zeus a cui gli uomini devono inchinarsi, così che essa prende le sembianze anche di “destino” o, in un senso più ampio, di ciò che il dio ha fissato per quella persona, la condizione della sua vita, ciò che quella persona ha avuto in sorte, situazione che gli antichi avevano personificato in tyche, la fortuna, ed infatti fra le Parti più tenute in considerazione vi era proprio la Parte di Fortuna, prima fra tutte.
Possiamo dire che il sistema delle Parti Arabe nacque per rispondere a domande ben precise: in pratica l’astrologo, dopo aver redatto il Tema Natale, studiava il quesito che il cliente gli poneva, poi fra tutti i pianeti sceglieva quei due che erano in stretta analogia o sintonia con la cosa richiesta; quindi, calcolava la distanza longitudinale che li separava, partendo, per il computo, dal pianeta che più era pertinente alla domanda, o, come alcuni facevano, da quello che aveva giurisdizione sulla natività a seconda che essa fosse stata diurna o notturna, e considerava questa distanza come “sacra” e avente un suo ben preciso significato; tale distanza non era vista come casuale ma pertinente all’argomento trattato; si doveva però darle vita, metterla in moto, e cosa meglio che farla partire (lanciarla) dall’Ascendente, cioè dal punto da cui il sole, la vita, sorge? Così, a somiglianza del lancio delle sorti, l’astrologo lanciava i due pianeti partendo dal grado sorgente, così che l’Ascendente si comportava come una fionda, rappresentando, la distanza fra i due pianeti, la tensione dell’elastico, e più la distanza era maggiore più lontano dall’Ascendente cadeva la Parte.
Calcolare la distanza fra due pianeti (che gli antichi chiamavano i “genitori” della Parte) e aggiungere questa all’Ascendente, ovvero alla cuspide di una Casa, è il metodo che ci è stato tramandato, un metodo semplice e che per questo ha fatto lievitare il numero delle Parti arrivando a raggiungere la cifra, ufficiale, di 97, anche se altri dicono cento e forse più. La più famosa di tutte, quindi la più usata, era ed è la Parte di Fortuna, ma vi era anche la Parte di Matrimonio, la Parte di Malattia, la Parte dei Figli, ecc. Vi erano Parti per qualsiasi problema, i più disparati, e più che altro queste venivano usate nelle rivoluzioni annuali del Sole, nell’astrologia oraria e in quella elettiva, così da poter onorare qualsiasi quesito il consultante avesse rivolto all’astrologo.
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