23 - 08
2020
545 anni fa, il 23 agosto 1475[1], nasceva a Bologna, da nobile famiglia, il filosofo, medico e astrologo Ludovico Vitali. Si laureò in Filosofia e Medicina il 14 giugno 1505 ma già dal 1504 ottenne l’incarico di lettore di Astronomia presso lo Studio bolognese succedendo a Domenico Maria Novara (che fu maestro di Copernico), cattedra che tenne fino al 1554, anno della sua morte.
Da considerare comunque che dal 1508 la lettura di Astronomia subì un declassamento venendo trasferita da ordinaria (letta cioè nei giorni feriali) a straordinaria (giorni festivi). Negli ultimi anni della sua vita, per problemi di salute e per l’età avanzata, papa Paolo III (Alessandro Farnese) acconsentì a che potesse tenere le lezioni in casa senza alcuna diminuzione dello stipendio.
Fu autore di numerosi pronostici astrologici (com’era consuetudine per il docente di Astronomia), avendo iniziato a redigerli subito acquisita la docenza e continuati fin quasi alla sua morte; il primo da lui scritto pare essere: “Magistri Ludovici vitalis Bononiensis pronosticon in annum Domini. 1506”[2], stampato a Bologna nel 1505 per i tipi di Giacomo Farfuglia e dedicato al condottiero Annibale Bentivoglio, figlio di Giovanni II Bentivoglio signore de facto di Bologna.
Fra gli altri suoi pronostici possiamo citare il “Pronostico dello Eccellentissimo in le Arti & Medicina Doctore, & Cavaliero. Messer Ludovico Vitali Bolognese, de l’anno M.D.XXXVII”[3], terminato di scrivere a Bologna il 20 settembre 1536 e subito stampato per i tipi di Vincenzo Bonardo da Parma e Marc’Antonio da Carpi; il pronostico è dedicato al principe e cardinale Guido Ascanio Sforza, legato pontificio di Bologna, e «alli Magnifici. S. Signori Quaranta».
Il lavoro inizia, come di consueto, con la determinazione del momento dell’equinozio vernale:
Sera il principio de lanno secondo Ptholomeo alli. xi. di Marzo ò hore. xi. mi. 37. secondo li communi sera alli. x. à ho. 0. mi. 2. de notte.
Il primo dato, quello «secondo Ptholomeo», si riferisce alla Luna Nuova dell’11 marzo che Vitali pone alle ore 05.45 cioè 11 ore e 37 minuti dopo il tramonto, quando invece la stessa si formò alle ore 12.49; il secondo computo si riferisce all’entrata del Sole in Ariete che lui dà al 10 marzo alle ore 18.10 circa, dato un po’ troppo ardito ché l’equinozio avvenne alle ore 03.22.
Va poi a trattare degli eventi astronomici, eclissi comprese, che caratterizzeranno l’anno e che andranno a influire su cose, città e popoli: in tal senso, per quanto riguarda ad esempio le previsioni «Delli Magnifici Signori miei Bolognesi», così si esprime:
Patirano per infirmita contagiose, et sera da temere di gran peste, li ricchi et piu nobili, et Administratori della giustitia serano piu delli altri infortunati, et se Iove e Marte fossero in segno humano seria da temere che in questa nostra Citta non occorresse grave effusione di sangue civile, et piu dico essere da temere della peste et contagiosa infirmita. Molti padri si attristarano della morte de loro figlioli in perfetta etade […]. Le donne patirano infirmita, et per debilita di calor naturale nel stomacho et nel ventre si genererano molte superfluita, et molti si disponerano à farsi frate di religione stretta (p. 6).
Come vediamo lo stile, peraltro comune un po’ a tutti i pronostici dell’epoca, è abbastanza pesante e funesto, cupo e drammatico.
Scrisse anche sulla questione del temuto diluvio che sarebbe dovuto accadere nel febbraio 1524 causa una concentrazione planetaria nel Segno dei Pesci, evento da molti astrologi paventato ma che Vitali criticava, opera dal titolo “Dialogus de diluvii falsa pronosticatione mediis naturalibus et astronomicis refertus”[4], edito a Bologna il 14 agosto 1523 per i tipi di Girolamo Benedetti; qui Vitali contestava in special modo le tesi catastrofiste dell’astrologo Tommaso Giannotti del quale Vitali fu “promotore” quando questi si laureò in Arti e Medicina a Bologna nel 1516.
Sullo stesso argomento “diluviale” si era espresso anche nel “Pronostico de Maestro Ludovico Vitale Bolognese de lanno MDXXIII. sopra le significatione delle Coniunctione de quasi tutti li Pianetti de lanno MDXXIIII”[5], stampato a Bologna nel 1523 e dedicato a papa Adriano VI (Adriaan Florenszoon Boeyens d’Edel) e al Senato bolognese.
Abbiamo anche un calendario per il 1544 con annotate, mese per mese, tutte le sizigie lunari dell’anno (noviluni e pleniluni) e le principali feste liturgiche: “Ludovici Vitalis Bonon. Coniunctiones & Oppositiones Anni. 1544. Currentis respectu horizonis Bonon.”[6].
Fu soprattutto autore di una riedizione della “Sphaera” del filosofo bizantino Proclo Licio Diadoco (412-485), già tradotta da Tommaso Linacre[7] nel 1499 e che Vitali fece stampare a Bologna nel 1525 per i tipi di Cinzio Achillini col titolo: “Procli Diadochi Sphaera, Astronomiam. Discere incipientibus utilissima, noviter ex graeco recognita“[8]; a questa aggiunse, l’anno dopo (23 luglio 1526), un “Supplementum In Sphaeram Procli Diadochi” con molte annotazioni personali riguardo per esempio il sorgere e tramontare dei Segni zodiacali, la lunghezza dei giorni e delle notti, le cause delle eclissi, ecc.
Morì a Bologna l’8 marzo 1554 e venne sepolto nella chiesa agostiniana di San Giacomo Maggiore[9].
[1] Luca Gaurico presenta il Tema natale di Vitali nel suo “Tractatus astrologicus” (cap. IV, f. 74r.), e così lo descrive: «Ludovicus Vitalis Bononiensis Physicus, & Astronomiae professor publice in Gymnasio Felsineo, macilentus, procerae staturae, habens pedem dextrum rotundum, instar pedis equini claudicans ab die natalitio ita formatus», cioè era magro, alto di statura, con il piede destro rotondo a mo’ di piede equino, claudicante, ed era così dal giorno della nascita. La data natale trascritta da Gaurico è 23 agosto 1475 ore 10.33 Horol., che vuol dire 10 ore e 33 minuti dopo il tramonto del 22 (punto di inizio del giorno 23), che corrispondono alle ore 05.05 del mattino del 23 (essendo il tramonto avvenuto circa alle 18.32 della sera prima). Ludovico Vitali nacque quindi il 23 agosto 1475 (corrispondente al nostro 1 settembre vigendo ancora il calendario giuliano) alle ore 05.05 locali, con l’Ascendente a 04° 00’ Vergine (04° 09’ a computer), il Sole a 07° 58’ Vergine (08° 03’), la Luna a 02° 50’ Gemelli (03° 08’). L’oroscopo, dice Gaurico, venne calcolato dallo stesso Vitali.⇑
[2] L’opera è presente nella British Library (collocazione: C.27.h.22.(1.)).⇑
[3 L’opera è presente nella Bayerische Staatsbibliothek München (collocazione: Res/4 Astr.p. 529,8).⇑
[4] L’opera è presente nella Wellcome Library London (collocazione: EPB/B 6638/B).⇑
[5] L’opera è presente nella Biblioteca Capitular y Colombina de Sevilla (collocazione: 12-1-15(67)).⇑
[6] Si trova a Milano, nelle Raccolte Grafiche e Fotografiche del Castello Sforzesco (Raccolta delle Stampe “Achille Bertarelli”). Digitalizzata anche in: http://www.lombardiabeniculturali.it/stampe/schede/H0080-03867.⇑
[7] Thomas Lynaker (1460-1524), medico e umanista inglese, si laureò in Medicina a Padova stringendo amicizia con molti umanisti italiani.⇑
[8] L’opera è presente nella Biblioteca Nazionale Braidense di Milano (collocazione: AB. 11. 0064).⇑
[9] FANTUZZI, GIOVANNI, “Notizie degli scrittori bolognesi“, 9 voll., Stamperia di San Tommaso d’Aquino, Bologna, 1781-1794, vol. VIII, p. 185.⇑
Foto da: www.bolognatoday.it
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