29 - 02
2016
Oggi, 420 anni fa, il 29 febbraio 1596, moriva a Pisa il poeta, umanista e astrologo Pietro Angeli. Era nato il 22 aprile 1517 a Barga (Lucca), per questo detto anche “il Bargeo”. Rimasto orfano in giovane età per la morte dei genitori durante la pestilenza del 1528, venne allevato dallo zio materno sacerdote che gli dette i primi rudimenti di latino e greco.
Nel 1533 fu a Bologna a studiare Legge, materia che comunque non l’appassionava più di tanto seguendo invece con fervore e ammirazione le lezioni di Poetica e Retorica dell’umanista Romolo Amaseo, iniziando altresì a stendere i suoi primi componimenti poetici.
E furono proprio alcuni di questi a rendergli la vita non facile: si racconta infatti che innamoratosi della nobildonna Fiammetta Soderini iniziasse a diffondere versi non tanto diretti all’amata quanto infamanti il di lei marito, cosa che gli procurò non pochi guai che lo fecero decidere, probabilmente intorno al 1539, di lasciare Bologna. Rifugiatosi a Venezia fu al servizio dell’ambasciatore francese Guglielmo Pellicier presso la Serenissima, continuando anche i suoi studi umanistici.
Nel maggio 1542 fu a Costantinopoli al seguito di Antonio Polin, inviato del re di Francia lì recatosi per chiedere aiuto ai Turchi contro la Spagna. Rientrato in patria, nel 1546 gli venne affidata la cattedra di Latino e Greco presso lo Studio di Reggio Emilia. Nel 1549 passò allo Studio di Pisa come docente di Lettere, insegnandovi fino al 1586 e poi ancora dal 1592.
Nel 1575 venne chiamato a Roma dal cardinale Ferdinando de’ Medici (poi granduca Ferdinando I di Toscana) come suo nuovo maestro. Su sua richiesta progettò poi l’impianto iconografico astrologico degli affreschi del soffitto della Sala degli Elementi e della Stanza delle Muse a Villa Medici, dipinti dal pittore Jacopo Zucchi (1542-1596) tra il 1584 e il 1587.
Da questo lato non è escluso che Angeli possa essere stato il progettista o comunque il consulente anche degli affreschi astrologici presenti sulle pareti del Salone di Rappresentanza della villa di Corliano a San Giuliano Terme vicino Pisa, proprietà da secoli della famiglia Agostini Venerosi della Seta, dipinti dal pittore fiorentino Andrea Boscoli (1560-1607) nel 1592: si tratta di un impianto iconografico rappresentante i mesi e i rispettivi Segni zodiacali con abbinati non gli dèi-pianeti a essi relativi (cioè Marte all’Ariete, Venere al Toro, Mercurio ai Gemelli, ecc.) ma le divinità olimpiche così come queste furono accoppiate ai mesi-Segni da Marco Manilio [1]:
Mese | Segno | Divinità |
---|---|---|
Gennaio | Acquario | Giunone |
Febbraio | Pesci | Nettuno |
Marzo | Ariete | Minerva |
Aprile | Toro | Venere |
Maggio | Gemelli | Apollo |
Giugno | Cancro | Mercurio |
Luglio | Leone | Giove |
Agosto | Vergine | Cerere |
Settembre | Bilancia | Vulcano |
Ottobre | Scorpione | Marte |
Novembre | Sagittario | Diana |
Dicembre | Capricorno | Vesta |
Tale abbinamento è presente anche nel ciclo degli affreschi del Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia a Ferrara (1470).
Nel 1588 fu a Firenze, nominato console dell’Accademia Fiorentina, succedendo in questa carica al letterato e umanista Baccio Valori (1536-1606) che ne perorò la nomina. Angeli fu un rinomato letterato e squisito ed elegante poeta (Venere in trigono a Giove), tale che la sua preparazione fu richiesta per la revisione, nel 1575, della “Gerusalemme Liberata” di Torquato Tasso.
Nel 1576, su richiesta del senatore fiorentino Giulio d’Antonio de’ Nobili, tradusse «in lingua fiorentina», da un originale greco, la “Tetrábiblos” di Tolomeo, evento importante per la cultura astrologica che mise così a disposizione di tanti un’opera fino ad allora letta quindi conosciuta solo da eruditi e letterati.
In una nota manoscritta di Giulio d’Antonio de’ Nobili si legge:
Ricordo come io Giulio de’ Nobili pregai Messer Pietro Angeli da Barga, Umanista, che traducesse in Lingua volgare dall’Idioma Greco il Quadripartito di Tolomeo. La qual Traduzione egli mi fece, e si trova nell’armario de’ Libri nell’Anticamera in quinterni di fogli sciolti di detto Messer Pietro [2].
Nell’orazione funebre in onore di Angeli, recitata all’Accademia della Crusca a Firenze dal poeta Francesco Sanleolini nel febbraio del 1596 e poi data alle stampe l’anno dopo [3], così viene detto:
In guisa studiò ed intese il Quadripartito di Tolomeo, Libro di tanto pregio, quanto ognun sa, quantunque lacero, e malagevole, né fino a oggi per avventura da alcuno, fuorché da lui acconciamente dichiarato, e ben traslatato, che il volgarizzò, e n’arricchì, e ne fece bello il fioritissimo vostro idioma. Il qual volgarizzamento fece egli a’ preghi d’un vostro Senatore, e a lui ne fece libero dono, senza pur serbarsene copia, come quegli, che la lode del volgarizzare stimava di poco pregio: opera che predetto Senatore appo di se, come preziosa gemma conserva [4].
Egregio studioso di astrologia, di lui rimane anche, nella Biblioteca Comunale di Siena, una ricerca sulle direzioni tolemaiche: “Altre oppenioni del Sig. Angelo Barga sulle direzioni […]”.
Venne sepolto nella chiesa di San Michele in Borgo nella cappella dell’amico Giuseppe Bocca, cugino di Jacopo della Seta.
[1] Marco (Mario?) Manilio, poeta romano vissuto sotto gli imperatori Ottaviano Augusto (63 a.C.-14 d.C.) e Tiberio (42 a.C.-37. d.C.), fu autore del grande poema didascalico “Astronomicon“, opera filosofico-astrologica in cinque libri.⇑
[2] TOMMASO GIUSEPPE FARSETTI, “Biblioteca manoscritta di Tommaso Giuseppe Farsetti Patrizio Veneto, e Balì Del Sagr’Ordine Gerosolimitano”, Nella Stamperia Fenzo, Venezia 1771, p. 318.⇑
[3] F. SANLEOLINI, “Delle lodi di Piero degli Angeli da Barga. Orazione di Francesco Sanleolini fiorentino. Recitata nell’Accademia della Crusca“, In Firenze, appresso Giorgio Marescotti, 1597.⇑
[4] T. G.FARSETTI, op. cit., pp. 317-318.⇑
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