Redento Baranzano 1590-1622

Redento Baranzano 1590-1622
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430 anni fa, il 4 febbraio 1590 alle ore 16.10, nasceva a Serravalle Sesia il filosofo e astronomo Giovanni Antonio Baranzano.

L’11 marzo 1609 prese i voti come Barnabita (Congregazione dei Chierici Regolari di San Paolo) assumendo il nome di Redento. Dopo aver portato a termine la sua educazione religiosa e filosofica studiò greco, ebraico e caldeo.
Venne nominato sacerdote da San Francesco di Sales, all’epoca vescovo titolare di Ginevra ma residente a Annecy, in Francia.
Nell’ottobre del 1615 venne chiamato a insegnare Filosofia al collegio Chappuis a Annecy.
Dotato di una mente eclettica e curiosa e nel contempo profonda, aperto alla modernità, si appassionò all’astronomia e all’astrologia divenendo in breve tempo esperto nelle due materie, apprezzato da molti per il suo acume, divenendo amico dell’astronomo, astrologo e teologo tedesco Johannes Kepler, dell’astrologo e astronomo padovano Giovanni Magini, del filosofo inglese Francis Bacon.

Seguace delle teorie copernicane, che insegnava ai suoi allievi, venne per questo più volte ammonito dalle autorità del proprio Ordine.
Nel 1616, il 25 febbraio, ci fu a Roma l’ammonimento contro Galileo Galilei a non più divulgare la teoria copernicana dei cieli: Baranzano, ignaro di questo, mandò alle stampe l’anno dopo (1617) la sua opera più famosa, l’Uranoscopia[1], o meglio, l’opera venne fatta stampare a Ginevra da due suoi allievi, Giovanni Battista Muratori e Ludovic des Hayes, così da favorire la circolazione delle idee del loro maestro; ma il libro uscì senza l’approvazione dei Superiori e così, sia per questo sia per le teorie copernicane lì esposte e difese, il Padre Generale dell’Ordine, Gerolamo Boerio, reagì violentemente imponendo al povero Baranzano di ritrattare quanto scritto, visto che nel libro

[…] difende l’opinione che la Terra si mova et stiano fermi i Cieli, opinione dannata per contraria alla Sacra Scrittura da questo Sommo Pontefice l’anno passato et se il libro sarà visto, tiene per certo S. P. che sarà subito sospeso, et l’autore mortificato con nostra poca riputatione[2].

Padre Baranzano fu costretto ad andare a Milano a prendersi questa lavata di testa ma venne difeso personalmente da Francesco di Sales che, ammirando Baranzano, perorò la sua causa verso i superiori per poterlo riammettere al collegio di Annecy, cosa che fu fatta.
Baranzano rientrò così a Annecy, obbedendo alla reprimenda e mandando alle stampe una ritrattazione dal titolo: “Nova De Motu Terrae Copernicaeo Iuxta Summi Pontificis Mentem Disputatio” (s.n.t.), edita nel 1618.

Nell’Uranoscopia, opera divisa in due parti, Baranzano tratta dello zodiaco, del significato dei Segni e della loro natura (calda, fredda, secca, umida), del loro influsso sul tempo, dei pianeti e degli aspetti fra di loro sia dal lato meteorologico che medico, dell’esilio ed esaltazione dei pianeti, dei moti celesti, delle fasi della luna, delle stelle, della Parte di fortuna e di tantissime altre questioni sia astronomiche che prettamente astrologiche, corredando il tutto con tavole e disegni.
Nello spiegare poi come si costruisce un Tema natale e come leggerlo, dà come esempio la sua genitura. Nel trattare poi di altre discipline, come astronomia, filosofia o scienza, l’astrologia rimane sempre presente, diventando la lente privilegiata con la quale Baranzano osserva tutti i fenomeni della Natura, per esempio dando indicazioni su come comportarsi in agricoltura a seconda delle fasi lunari, o meglio, a seconda degli aspetti che la Luna ha con gli altri pianeti, dalla con-giunzione, alla quadratura crescente e calante, al trigono.
Ovviamente tratta anche della teoria cosmologica copernicana e lo fa nel capitolo dal titolo “Planetarum Theoria Copernimaginica“, trattando di epicicli e deferenti, facendo con ciò riferimento anche alla teoria di Giovanni Antonio Magini. Nel proemio dell’opera dà anche una sua immagine della scienza matematica che, dice, può essere divisa in due specie, una astronomica e l’altra astrologica:

[…] ideo scibilitas mathematica duplex: Astronomica, quae ab aliis theorica, contemplatrix, & absoluta dicitur: & Astrologica, quae etiam practica, divinatrix, & respectiva communiter appellatur (p. 1).

Morì a Montargis, Francia, a soli 33 anni, il 23 dicembre 1622.


[1] Titolo dell’opera: Uranoscopia Seu De Coelo In Qua Universa Coelorum doctrina clarè, dilucidè, & breviter traditur. Peregrinae plurimae de caeli animatione, simplicitate, fluiditate, gravitate, numero, influentiis occultis, lunae maculis, stellarum à terra distantiis, Planetarum dignitatibus, coelestis figurae erectione, &ceteris omnibus ad perfectam coelorum cognitionem spectantibus examinantur opiniones. Facillimus de modo, quo libelli, qui vulgò dicuntur Almanach, componuntur, proponitur modus, & brevis Planetarum theoria cum varijs tabulis, exponitur. Opus novum Philosophis naturalibus, Astrologis, Medicis, & omnibus bonarum artium professoribus necessarium, iucundum, & utile. Authore R. P. D. Redempto Baranzano Vercellensi, Coloniae Allobrogum, Apud Petrum & Iacobum Chouët, Anno M.DC.XVII. L’opera (in CD-ROM) è presente nella Biblioteca Museo Galileo di Firenze (collocazione: GDA 012).
[2] Tratto da: MICHELA MALPANGOTTO, Discussioni copernicane in Italia nel primo Seicento: il “caso” Baranzano, VI Congresso SISM, Napoli 16-18.11.2006, in: http://www.dm.unito.it/sism/VIcongresso/sunti.pdf.

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